Il 25 febbraio la Chiesa Cattolica celebra una figura complessa e affascinante, un uomo di fede la cui vita è stata segnata da profondi cambiamenti, sfide spirituali e un impegno costante al servizio del prossimo. Un santo del giorno che merita di essere conosciuto e ricordato.
San Luigi Versiglia: Vescovo, Martire e Missionario Salesiano
Il 25 febbraio si commemora San Luigi Versiglia, vescovo e martire salesiano. Nato a Oliva Gessi, in provincia di Pavia, il 5 giugno 1873, Luigi Versiglia entrò giovanissimo nella congregazione salesiana, attratto dall’esempio di Don Bosco e dal suo carisma educativo. La sua vita fu un crescendo di dedizione e impegno, prima come sacerdote e poi come missionario in Cina, dove avrebbe trovato la sua ultima missione e il martirio. La sua figura incarna lo spirito missionario salesiano, l’amore per i giovani, specialmente i più poveri e abbandonati, e la testimonianza della fede fino al dono supremo della vita. La sua storia è un esempio di fede incrollabile, di carità operosa e di coraggio evangelico.
La vocazione missionaria di Luigi Versiglia si manifestò presto, e nel 1906 partì per la Cina, destinato alla missione di Shiuchow (Shaoguan). Qui, si dedicò con tutte le sue forze all’evangelizzazione, all’educazione dei giovani e all’assistenza dei bisognosi. La sua opera fu caratterizzata da una profonda inculturazione, imparando la lingua e le usanze locali, e da una grande attenzione alle necessità della popolazione. Fondò scuole, orfanotrofi, dispensari e laboratori, creando una vera e propria rete di assistenza e promozione umana. La sua attività non si limitò alla sola città di Shiuchow, ma si estese a un vasto territorio, raggiungendo villaggi remoti e comunità isolate.
Nel 1920, fu nominato vicario apostolico di Shiuchow e consacrato vescovo. Questa nuova responsabilità lo portò a intensificare ulteriormente il suo impegno, affrontando con coraggio le difficoltà e le persecuzioni che la Chiesa cinese stava vivendo in quel periodo. La situazione politica e sociale era instabile, e i missionari erano spesso oggetto di attacchi e violenze. Nonostante i pericoli, Monsignor Versiglia continuò la sua opera con determinazione e serenità, confortato dalla fede e dalla preghiera.
Il Martirio di San Luigi Versiglia e Callisto Caravario
Il 25 febbraio 1930, mentre si trovava in viaggio pastorale insieme al giovane sacerdote salesiano Callisto Caravario, Monsignor Versiglia fu assalito da un gruppo di pirati. I due missionari stavano accompagnando alcune giovani ragazze, che i pirati volevano rapire. Monsignor Versiglia e Don Caravario si opposero con tutte le loro forze, difendendo le ragazze e cercando di proteggerle. I pirati, infuriati, li aggredirono brutalmente, percuotendoli e infine fucilandoli.
La morte di San Luigi Versiglia e di Don Callisto Caravario fu un vero e proprio martirio, un atto di suprema testimonianza della fede e della carità. Essi sacrificarono la loro vita per difendere le giovani loro affidate, incarnando l’amore di Cristo che si dona fino alla fine per la salvezza degli altri. Il loro esempio di coraggio e abnegazione suscitò grande commozione e ammirazione, non solo nella comunità cristiana, ma anche tra i non credenti.
Il processo di beatificazione dei due missionari salesiani iniziò poco dopo la loro morte, e nel 1976 furono dichiarati beati da Papa Paolo VI. La canonizzazione avvenne il 1° ottobre 2000, ad opera di Papa Giovanni Paolo II, insieme ad altri 118 martiri cinesi. La loro memoria liturgica è fissata al 25 febbraio, giorno del loro martirio. La figura di San Luigi Versiglia, insieme a quella di San Callisto Caravario, è un esempio luminoso di santità missionaria, un invito a vivere la fede con coerenza e generosità, testimoniando il Vangelo in ogni situazione, anche a costo della vita.
L’Eredità Spirituale di un Santo Missionario
La figura di San Luigi Versiglia continua a ispirare i missionari salesiani e tutti coloro che si dedicano all’evangelizzazione e all’educazione dei giovani. Il suo esempio di dedizione totale a Cristo e al prossimo, di spirito di sacrificio e di amore per i poveri è un richiamo forte per la Chiesa di oggi. L’eredità di questo santo del giorno è un patrimonio spirituale prezioso, che ci invita a riscoprire la bellezza della vocazione missionaria e a impegnarci con rinnovato slancio nell’annuncio del Vangelo.
La sua canonizzazione, insieme a quella di Don Caravario e degli altri martiri cinesi, è un riconoscimento della fecondità della fede cristiana in Cina e un incoraggiamento per tutti i cristiani a perseverare nella testimonianza, anche in mezzo alle difficoltà e alle persecuzioni. La sua vita e il suo martirio sono un segno di speranza per il futuro della Chiesa, un invito a guardare avanti con fiducia, affidandosi alla provvidenza di Dio e all’intercessione dei santi. Il suo è un esempio che risuona particolarmente attuale, perché la sua opera di inculturazione e promozione è un richiamo per tutti coloro che operano per il bene sociale.